venerdì 20 marzo 2020

Da PAES a PAESC perchè è utile il software Ecospeed REGION

Il nuovo Patto dei Sindaci rilancia la sfida alle città per combattere i cambiamenti climatici riducendone gli impatti con la mitigazione e l'adattamento. Ma le città italiane sono pronte a raccogliere la sfida e a proseguire il percorso avviato?


Nuovo Patto 2030 - dai PAES ai PAESC

Come è noto il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia dell’UE riunisce migliaia di governi locali impegnati, su base volontaria, a implementare gli obiettivi comunitari su clima ed energia. Il Patto dei Sindaci è stato lanciato nel 2008 in Europa con l’ambizione di riunire i governi locali impegnati su base volontaria a raggiungere e superare gli obiettivi comunitari su clima ed energia. L’iniziativa ha non solo introdotto per la prima volta un approccio di tipo bottom-up per fronteggiare l’azione climatica ed energetica, ma è andata velocemente ben oltre le aspettative. L'iniziativa riunisce ad oggi oltre 7.000 enti locali e regionali in 57 Paesi, attingendo ai punti di forza di un movimento mondiale multi-stakeholder e al supporto tecnico e metodologico offerto da uffici dedicati.
I nuovi aderenti al Patto 2030, così come quelli che già anno aderito al Patto 2020 e che vogliono proseguire il percorso potenziando e integrando gli obbiettivi precedenti, dovranno redarre il PAESC (o SECAP) che prevede appunto l'integrazione dell'adattamento nelle strategie climatiche locali. A tal proposito l'ufficio del Patto dei Sindaci e il JRC (Joint Research Center) ha redatto apposite linee guida per agevolare questo passaggio.
Occorre dire che anche l'inventario base delle emissioni ha visto delle piccole ma comunque importanti modifiche e migliorie. E' sicuramente semplificato e uniformato il conteggio delle emissioni grazie all'utilizzo di un database comune di fattori di emissione con il quale fare il calcolo dell'inventario partendo però dalla conoscenza dei consumi energetici finali del territorio a cui ci si sta riferendo.
Il problema dei problemi come ben sappiamo in Italia resta questo appunto, la conoscenza dei consumi energetici, sia che si parli di un ente comunale che di un territorio suddiviso per le varie categorie di consumo. Certamente rispetto al 2008, quando il Patto è entrato nella scena, la situazione è molto migliorata e i distributori di energia sono meglio disposti a fornire i dati necessari alla redazione dell'inventario, ma lo stesso ancora permangono difficoltà, scarsa conoscenza e barriere di vario tipo a frapporsi e a complicare questo passaggio. Per diversi vettori energetici occorre fare delle stime e a volte non si ha la certezza di potersi affidare a dati che vengono raccolti in molti casi per la prima volta.
Per questo il software che Alleanza per il Clima propone ai propri membri e in generale alle città italiane, Ecospeed REGION, resta uno strumento valido per valutare e monitorare i consumi e le emissioni di un territorio.
Il database di Ecospeed REGION è infatti aggiornato anno per anno utilizzando i dati nazionali come riferimento per la stima e la valutazione dei consumi che non si riesce a rilevare, potendo così integrare dati raccolti bottom-up e dati stimati top-down in maniera del tutto personalizzata. E' inoltre possibile riaprire una vecchia licenza e recuperare i dati già inseriti aggiornandoli con quelli nuovi visionando quindi nel tempo il percorso che si sta facendo.
Non tutto ovviamente può essere stimato, è ad esempio sempre necessario uno sforzo per reperire i dati da parte degli enti comunali per i propri consumi, ma è certamente uno strumento utile e pratico per la redazione degli inventari e dei PAESC in generale.

Per ulteriori info sul software usa questi riferimenti.

martedì 26 aprile 2016

Il Patto dei Sindaci per il Clima e l'Energia

Presentato dal Commissario Miguel Arias Cañete come "la più vasta iniziativa urbana su clima ed energia al mondo", il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia vede coinvolte migliaia di autorità locali e regionali impegnate su base volontaria a raggiungere sul proprio territorio gli obiettivi UE per l’energia e il clima. Con il loro impegno, i nuovi firmatari mirano a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030 e ad adottare un approccio integrato per affrontare la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Nuovo quadro d’azione per il 2030 e integrazione di mitigazione e adattamento

Nell’estate del 2015, su proposta del Commissario Miguel Arias Cañete, la Commissione europea e il Patto dei Sindaci hanno avviato un processo di consultazione, con il sostegno del Comitato europeo delle regioni, volto a raccogliere le opinioni degli stakeholder sul futuro del Patto dei Sindaci. La risposta è stata unanime: il 97% ha chiesto di andare oltre gli obiettivi stabiliti per il 2020 e l’80% ha sostenuto una prospettiva di più lungo termine. La maggior parte delle autorità ha inoltre approvato gli obiettivi di riduzione minima del 40% delle emissioni di CO2 e di gas climalteranti entro il 2030 e si è dichiarata a favore dell’integrazione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sotto un "ombrello" comune.


















Il nuovo Patto dei Sindaci integrato per l’energia e il clima è stato presentato dalla Commissione europea il 15 ottobre 2015, durante una cerimonia tenutasi presso il Parlamento europeo a Bruxelles. In quella sede sono stati simbolicamente avallati i tre pilastri del Patto rafforzato: mitigazione, adattamento ed energia sicura, sostenibile e alla portata di tutti.

La visione dei firmatari

I firmatari sono accomunati da una visione condivisa per il 2050: accelerare la decarbonizzazione dei propri territori, rafforzare la capacità di adattamento agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici e garantire ai cittadini l’accesso a un’energia sicura, sostenibile e alla portata di tutti.

Gli impegni dei firmatari

Le realtà firmatarie si impegnano ad agire per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di gas serra e ad adottare un approccio congiunto all’integrazione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Per tradurre il proprio impegno politico in misure e progetti pratici, i firmatari del Patto devono in particolare redigere un Inventario di base delle emissioni e una Valutazione dei rischi del cambiamento climatico e delle vulnerabilità. Si impegnano inoltre a elaborare, entro due anni dalla data di adesione del consiglio locale, un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) che delinei le principali azioni che le autorità locali pianificano di intraprendere. La strategia di adattamento dovrebbe essere parte integrante del PAESC e/o sviluppata e inclusa in uno o più documenti a parte. I firmatari possono scegliere il formato che preferiscono. Questo forte impegno politico segna l’inizio di un processo a lungo termine, durante il quale ogni due anni le città forniranno informazioni sui progressi compiuti.

Contesto: Le origini delle iniziative Patto dei Sindaci e Mayors Adapt

Nel 2008, dopo l’adozione del Pacchetto europeo su clima ed energia EU 2020, la Commissione europea ha lanciato il Patto dei Sindaci per avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile.
Il Patto dei Sindaci è un esclusivo movimento "dal basso" che è riuscito con successo a mobilitare un gran numero di autorità locali e regionali, spronandole a elaborare piani d’azione e a orientare i propri investimenti verso misure di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Sulla scia del successo ottenuto con il Patto dei Sindaci, nel 2014 è stata lanciata l’iniziativa Mayors Adapt, che si basa sullo stesso modello di governance, promuovendo gli impegni politici e l’adozione di azioni di prevenzione volte a preparare le città agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici. Alla fine del 2015 le iniziative si sono fuse nel nuovo Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, che ha adottato gli obiettivi EU 2030 e un approccio integrato alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.

fonte: www.pattodeisindaci.eu

mercoledì 25 novembre 2015

ECORegion aggiornato con gli ultimi dati a disposizione

Prosegue il lavoro di miglioramento del software ECORegion di Alleanza per il Clima Italia


Da pochi giorni il set di dati del modello Paese del software ECORegion, contenenti consumi energetici nazionali e dati su trasporti e fonti rinnovabili, è stato aggiornato con gli ultimi dati a disposizione, che arrivano per la maggior parte al 2015 e in alcuni casi al 2016, forniti da vari soggetti nazionali come ENEA, ACI, Ministero Infrastrutture e Trasporti, Terna, GSE ed altri. I fornitori di dati sono infatti molteplici e variegati, non sempre provvedono a renderli del tutto pubblici, e anche se ormai siamo nell’era degli open data e della fruizione libera di grandi quantità di dati, in Italia resta purtoppo difficoltoso e richiede molto tempo acquisire e uniformare la grande mole di dati richiesta. Si tratta di un lavoro costante di aggiornamento e miglioramento che viene realizzato per offrire uno strumento sempre aderente alla dinamica realtà nazionale e per offrire alle città e ai territori locali che usano ECORegion una base solida di dati con cui elaborare i propri bilanci energetici e di emissioni. Un lavoro che prosegue dal 2010, ovvero da quando esiste la versione italiana del software che è stata realizzata da Alleanza per il Clima Italia, in collaborazione con un gruppo pilota di enti locali e territoriali. La necessità di un bilancio energetico di CO2 a livello locale si è presentata in questi anni in modo specifico nell’ambito del Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors), in particolare per l’elaborazione del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile per la riduzione delle emissioni di CO2 a livello locale. ECORegion consente infatti di stimare il proprio bilancio, integrando ai dati locali quelli desunti dal modello nazionale, e di elaborare e monitorare i dati sui consumi di energia delle varie fonti energetiche e nei diversi settori (residenziale, trasporti, economia, pubblica amministrazione), al fine di calcolarne le relative emissioni per ciascun anno, a partire dal 1990 in poi, e di estrapolarne i dati utili a costruire l’inventario di base per il PAES. (maggiori info su: www.bilancio-co2.it).